Negli ultimi anni, l’Arabia Saudita e gli altri Paesi del Golfo Persico hanno attirato l’attenzione del mondo del calcio europeo con i loro ingenti investimenti e la capacità di attirare grandi stelle del calcio. Basti pensare agli ultimi fragorosi colpi di mercato che hanno portato nel regno di Bin Salman campioni del calibro di Cristiano Ronaldo, Benzema, Kanté, Koulibaly e Brozovic.
Ed è incredibile solo immaginare quel che potrà accadere da qui fino alla fine del calciomercato. Ma sotto la cenere di un campionato di medio-basso livello ha covato il fuoco ardente di una nazione e di una federazione che, da tempo, sta cercando di conquistare reputazione a livello mondiale, ospitando eventi e cercando di crearsi un posto fra le grandi.
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La presentazione di Cristiano Ronaldo in Arabia Saudita con la maglia dell’Al-Nassr
Fino a poco tempo fa, i campionati asiatici venivano considerati alla stregua di “cimiteri per elefanti” dove calciatori ormai in avanti con l’età vi si recavano esclusivamente per ragioni economiche: degli ottimi ingaggi, campionati di basso livello e gli ultimi anni di carriera da vivere con la leggerezza di una vita dorata e spensierata.
Questo fenomeno, d’altronde, ha sempre caratterizzato i campionati lontani dal Vecchio Continente che potevano solamente contare sull’allettante forza del petroldollaro o delle ingenti ricchezze per attirare oltre Europa campioni sul viale del tramonto: è accaduto così per gli Stati Uniti d’America, per la Cina e, ora, per i Paesi arabi.
È bene, comunque, sottolineare che queste politiche si sono sviluppate in maniera eterogenea: se negli USA l’arrivo di molti campioni ha consentito al soccer di affrancarsi dalla nomea di un torneo dalla superficie sfarzosa ma dal contenuto povero, sviluppando una vera e propria generazione dorata di nuovi campioni, lo stesso non può dirsi per gli altri casi.
Basti pensare all’esempio della Cina che, in un biennio, ha fatto vacillare le potenze europee con promesse di ingaggi faraonici ma che, anche per decisioni extracalcistiche (politiche), dopo poco tempo, hanno visto dileguarsi nel giro di qualche mese numerosi campioni che si sono ritrovati in realtà ben diverse dal percepito.
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Lo stesso non può dirsi, almeno a lume di naso, per quel che sta accadendo in Arabia Saudita. Dal giorno dell’arrivo di Cristiano Ronaldo all’Al-Nassr per un compenso-monstre di 500 milioni di euro da percepire in 30 mesi si è letteralmente scatenato l’interesse per il campionato saudita, relegato fino a qualche mese prima a livelli di grandissima modestia. E invece l’arrivo del portoghese ha fatto sì che anche i proprietari delle altre società del massimo campionato rispondessero a tono per contrastare l’impatto squassante creato dall’ingaggio del campionissimo di Madeira.
Ecco allora, gli annunci degli arrivi di campioni, se non lontani dal termine della carriera, ancora in piena traiettoria di una parabola di buon livello: over 30 sì, ma di qualità. Ecco, dunque, che si è scatenata la corsa improvvisa all’Arabia Felix.
Questo fenomeno ha destato curiosità e polemiche in tutto il mondo, poiché l’Arabia Saudita sta diventando una tappa fondamentale per i giocatori europei in cerca di nuove sfide ed opportunità, condite da offerte economiche che, sempre più spesso, si allontanano dal concetto più puro dell’etica sportiva. Le ragioni per cui questo campionato ha ipnotizzato le stelle del calcio europeo si possono riassumere in 4 punti, esaminando fattori come i finanziamenti, il prestigio e gli incentivi offerti dalla regione.
Una delle ragioni principali per cui l’Arabia Saudita sta attirando i talenti del calcio europeo è senz’altro il suo potere finanziario. Grazie alle immense risorse petrolifere e all’economia in crescita, la regione del Golfo Persico ha sempre rappresentato un hub finanziario. I club di calcio dell’Arabia Saudita sono sempre più disposti a pagare salari esorbitanti per attirare giocatori di alto livello: un forte incentivo per i calciatori europei che desiderano migliorare le loro condizioni economiche.
Oltre all’aspetto finanziario, l’Arabia Saudita offre ai giocatori europei la possibilità di affrontare sfide inedite e sperimentare una cultura diversa in un paese, sì, ancora in via di sviluppo, ma dalle risorse economico-finanziarie praticamente infinite. Il calcio saudita, inoltre, sta cercando di crescere e svilupparsi a livello internazionale, investendo cospicuamente nella costruzione di nuovi stadi all’avanguardia, infrastrutture sportive di alto livello e programmi di sviluppo del calcio giovanile. Sforzi che mirano a migliorare la qualità del calcio locale per competere a livello globale. Per i giocatori che desiderano contribuire a questo processo di crescita e desiderano essere protagonisti in un contesto calcistico in evoluzione, l’Arabia Saudita offre un’opportunità unica.
L’Arabia Saudita ha anche investito considerevolmente nel calcio a livello internazionale. Ha ospitato importanti eventi sportivi come la Supercoppa italiana, la Supercoppa spagnola e la Supercoppa francese, attirando l’attenzione di milioni di spettatori in tutto il mondo, aprendosi a nuovi mercati ed investitori. Inoltre, l’Arabia Saudita sta cercando di aumentare il prestigio della Saudi Pro League, attirando l’attenzione dei media internazionali. Questa esposizione mediatica e l’opportunità di giocare in tornei prestigiosi contribuiscono a rendere l’Arabia Saudita un’opzione attraente per i giocatori europei che desiderano aumentare la loro visibilità e il loro status nel mondo del calcio.
Infine, l’Arabia Saudita offre anche vantaggi fiscali ai giocatori stranieri, con una tassazione inferiore rispetto a molti Paesi europei. Questo aspetto può essere un fattore determinante nella decisione dei calciatori di trasferirsi in Arabia Saudita. Inoltre, la regione offre un alto livello di comfort e lusso, con strutture di prima classe, servizi di alta qualità, assieme a una cultura comunque ospitale. Questi fattori combinati possono contribuire a creare interesse verso uno stile di vita attraente per i calciatori che cercano una nuova avventura professionale in un ambiente esotico e sofisticato.
Di una cosa siamo certi: se questa tendenza continuerà, l’Arabia Saudita potrebbe diventare una destinazione sempre più popolare per le stelle del calcio europeo, contribuendo a trasformare il panorama calcistico dell’intera regione, se non del mondo.
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