Battaglia (sportiva) si attendeva e battaglia (sportiva) è stata al Mapei Stadium di Reggio Emilia, sede della resa dei conti tra il Verona e lo Spezia per conservare la permanenza nella massima categoria. Dopo 38 giornate hanno concluso la regular season nella stessa posizione e da quest’anno – dopo un’attesa che durava dall’edizione 2004-05 – la Lega Serie A ha previsto la reintroduzione degli spareggi-salvezza.
Se l’intento era quello di dare un’ultima scossa al torneo, beh, l’intento è stato pienamente raggiunto, grazie a una sequenza di emozioni che hanno tenuto attaccati agli schermi gli spettatori a casa, ma soprattutto distribuito gioie e dolori in egual misura tra le tifoserie degli Aquilotti e degli scaligeri.
Dopo due salvezze consecutive, i liguri salutano la massima categoria: a nulla è valsa la sostituzione di Gotti con Semplici poco dopo l’inizio del girone di ritorno. Lo Spezia è stato trascinato nel gorgo della zona calda sin dall’inizio della stagione, rimanendo in linea di galleggiamento, ma con il margine dal terz’ultimo posto che si è assottigliato sempre più, fino alla necessità dello spareggio.
Dall’altra parte, invece, il Verona celebra una seconda parte di campionato dal ritmo diametralmente opposto. Una squadra che sembrava alla deriva dopo l’esonero di Cioffi e che, dopo l’arrivo di Bocchetti alla 15° giornata, poi supportato da Marco Zaffaroni, ha saputo ritrovare motivazioni che sembravano perdute, risalendo sin dall’ultima posizione fino ad agganciare lo Spezia che, nel periodo di maggior distacco, aveva un vantaggio di 9 punti. Ed ora i gialloblù festeggiano una salvezza che sembrava una chimera durante l’inverno.
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Tutto in 45’ minuti. E non che il secondo tempo sia stato da meno. Tuttavia, il peso della cronaca ci porta a ciò, seppur la seconda frazione sia stata decisamente emozionante tra colpi di scena, espulsioni e rigori falliti. Si parte con la marcatura di uno dei giocatori-simbolo: Marco Faraoni. Il capitano del Verona manda la palla alle spalle di Dragowski, nonostante il disperato tentativo di Ampadu di ricacciar la sfera. Pronti, via ed il Verona è già avanti.
I veneti sembrano averne di più rispetto agli avversari, ma dopo qualche ulteriore squillo alla porta dell’estremo difensore polacco, ecco il capolavoro del mediano gallese che riesce a bucare la resistenza di Montipò con una staffilata dalla distanza che bacia la traversa e s’insacca in rete. 1-1 e non siamo neanche al 20’ minuto.
Tuttavia si vede ed è evidente che i ragazzi di Zaffaroni macinano di più e le gambe mulinano meglio rispetto ad avversari piuttosto imballati. E l’uno-due che manda al tappeto gli Aquilotti porta la firma di Ngonge: il belga, felice scoperta del mercato invernale e giunto in Italia tra l’indifferenza generale, si conferma come uno dei migliori prospetti in casa gialloblù e certifica il suo ottimo impatto con la realtà veronese, segnando le due reti che – a conti fatti – hanno salvato la stagione e scaraventato lo Spezia in Serie B.
Eh sì, perché lo Spezia getta il cuore oltre l’ostacolo al disperato tentativo di colmare il doppio svantaggio. E l’occasione buona per dimezzare lo svantaggio capita sui piedi di Shomurodov a cavallo del ventesimo, ma il suo pallonetto che supera Montipò, viene respinto volontariamente con un pugno da Faraoni proprio sulla linea. L’espulsione è inevitabile e l’occasione per i liguri è ghiotta. Sul dischetto si porta il cannoniere Nzola – piuttosto in ombra sino a quel momento – per portare il parziale sul 2-3, ma la sua conclusione è fiacca e poco angolata: un gioco da ragazzi per Montipò respingere in angolo.
È forse l’episodio che mette la pietra tombale sulle aspirazioni dello Spezia e, a frustrare di più l’ambiente per una superiorità numerica che non riesce ad essere sfruttata dinanzi a un Verona che erige un fortino davanti all’area di rigore, c’è anche la traversa nel finale colpita da Ampadu. Forse il simbolo definitivo di una stagione iniziata male e finita peggio.
SPEZIA – VERONA 1-3
SPEZIA (3-5-2): Dragowski; Wisniewski (53’ Verde), Ampadu, Nikolaou; Ferrer (83’ Agudelo), Zurkowski (65’ Kovalenko), Esposito (83’ Cipot), Bourabia, Reca; Nzola, Shomurodov. A disposizione: Zoet, Marchetti, Zovko, Ekdal, Krollis. Allenatore: Leonardo Semplici
VERONA (3-4-2-1): Montipò; Magnani (85’ Coppola), Hien, Dawidowicz (59’ Cabal); Faraoni, Tameze, Sulemana, Depaoli; Ngonge (75’ Terracciano), Lazovic (59’ Verdi); Djuric (75’ Gaich). A disposizione: Berardi, Perilli, Doig, Ceccherini, Veloso, Hrustic, Abildgaard, Lasagna, Braaf, Kallon. Allenatore: Marco Zaffaroni
Arbitro: Daniele Orsato di Schio (VI)
Reti: 5’ Faraoni (Verona), 15’ Ampadu (Spezia), 26’ Ngonge (Verona), 38’ Ngonge (Verona)
Espulso: 67’ Faraoni (Verona) per fallo di mano
Ammoniti: Esposito e Reca (Spezia); Dawidowicz, Depaoli, Hien, Montipò e Ngonge (Verona)
Note: al 70’ Nzola (Spezia) sbaglia un calcio di rigore
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