Il calcio è lo sport per eccellenza che fa muovere le masse. Sono ormai più di 160 anni che un pallone di cuoio viene preso esclusivamente a calci da ventidue gentiluomini – o presunti tali – ed il suo appeal ha saputo valicare gli oceani, ben prima che Guglielmo Marconi inviasse il primo messaggio radiofonico (all’alba del XX secolo, per la cronaca).
E nel giro di pochissimi anni si è passati dall’epoca pioneristica al vero e proprio fenomeno culturale di massa che ha portato, già dal primo dopoguerra, moltissime città a doversi attrezzare con impianti sportivi che riuscissero a contenere un numero sempre maggiore di tifosi e semplici appassionati. Nel 1930, con il primo Mondiale di Calcio, organizzato in Uruguay, si è visto uno dei primi esempi di costruzioni mastodontiche, con l’inaugurazione dell’Estadio del Centenario di Montevideo da 80.000 posti, che ospitò la finalissima fra i padroni di casa e l’Argentina, vinto poi proprio dalla Celeste.
Ma la culla del calcio è in Europa e tutte le capitali del Vecchio Continente hanno iniziato a dotarsi di stadi sempre più capienti e avveniristici che, in molte circostanze, potevano ospitare oltre 100.000 spettatori. Tuttavia, l’evoluzione del gioco e, parallelamente, della società ha portato sempre di più a concezioni di stadi molto più “a misura d’uomo”, dotati di ogni confort e in grado di dare agli spettatori paganti una visione più comoda, nitida ed avvolgente del gioco. In totale relax.
Ed è per questo che molte società si sono fatte fautrici di un nuovo movimento che vuole i club stessi proprietari degli impianti tailor-made, concepiti per soddisfare ogni esigenza dei propri fan. Le capienze si sono ridotte in luogo della comodità e di una più semplice manutenzione e dagli anni ‘90 in poi il Vecchio Continente si è dotato di piccoli gioielli di ingegneria ed architettura, dalle pur modeste dimensioni, ma non per questo meno meritevoli delle nostre attenzioni.
Anzi, proprio per questo, vogliamo fare un piccolo viaggio alla ricerca dei 5 stadi europei più piccoli, ma più moderni da poter trovare in circolazione.
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Un’immagine dell’Eden Arena di Praga
Ha circa 20.000 posti a sedere ed è lo stadio che ha ospitato la recente finale della Conference League durante la quale la Fiorentina ha chinato la testa agli inglesi del West Ham United. Ed è stato proprio l’impianto situato nel quartiere di Vršovice che ospita le partite interne dello Slavia Praga a far bello sfoggio di sé stesso. L’attuale impianto sorge sulla medesima area dove sorgeva il vecchio Stadion Eden ed è stato costruito tra il 2006 e il 2008 dopo la demolizione del vecchio stadio, ormai malandato. La struttura è all’inglese, ma concilia le esigenze di confort e design con un approccio molto urbano e “all’inglese”: le tribune sono vicinissime al campo ma, chi vuole, può anche soggiornare presso l’Iris Hotel, incorporato nella struttura perimetrale dello stadio con alcune camere che affacciano proprio sul campo di gioco! Tutta la struttura è ricoperta da pannelli solari che garantiscono l’efficienza energetica dell’impianto.
Il Brentford Stadium Community poco dopo la sua inaugurazione
Adagiato sulle rive del Tamigi e a un passo dal Kew Bridge, nel 2020 è stato inaugurato il nuovo impianto che è andato a sostituire l’ormai obsoleto Griffin Park, mandato in pensione dopo 106 anni di onoratissima carriera. E, nonostante abbia visto la luce in uno degli anni più bui della storia recente, la sua apertura è stata foriera di buoni, buonissimi ricordi per i tifosi delle Bees che, al termine della stagione, hanno celebrato la loro prima, storica promozione in Premier League.
Nonostante l’impianto goda di tutti i confort, conserva ancora il sapore dei vecchi stadi inglesi: infatti, nell’estate del 2022 l’intera West Stand e l’angolo nord-est dello stadio sono stati convertiti in posti a sedere “su rotaia” per consentire la presenza di persone in piedi durante le partite.
Una vista del GelreDome di Arnhem
È forse lo stadio che ha segnato un vero e proprio stacco fra con il passato, avviandoci all’età moderna di una nuova concezione di impianti sportivi. Il GelreDome di Arnhem, infatti, è stato il primo stadio al mondo a dotarsi di un meccanismo che consentisse al terreno di gioco di alzarsi ed uscire letteralmente dallo stadio per consentire, da una parte, lo svolgimento di eventi come concerti e raduni, dall’altra di godere di una completa illuminazione per favorire la crescita e la manutenzione del manto erboso.
È stato inaugurato nel 1998 e, ormai, da 25 ospita le partite della squadra del Vitesse. A livello internazionale, lo si ricorda per aver ospitato le partite dell’Europeo del 2000, fra cui il match fra Italia e Turchia, vinto dagli Azzurri per 2-1 con le reti di Inzaghi e Conte.
Una vista aerea della SwissporArena
È uno dei fiori all’occhiello fra gli stadi della confederazione elvetica, forse il primo a segnare la nuova era degli stadi di nuova generazione. La capacità massima per gli eventi sportivi nazionali è di 17.000 spettatori (14.000 posti a sedere e 3.000 in piedi). La SwissporArena è il primo stadio svizzero ad avere una capacità combinata di posti in piedi e a sedere. Oltre allo stadio per le partite del FC Luzern, all’interno della struttura dello stadio sono presenti anche altri generi di “intrattenimento”: una piscina coperta, un centro fitness e una doppia palestra per gli sport universitari. Sul lato Sud dello stadio, invece, sono stati costruiti due grattacieli residenziali con 283 appartamenti in affitto. Le due costruzioni, alte rispettivamente 77 e 88 metri, sono gli edifici residenziali più alti della Svizzera centrale.
Non solo: dal 2016 la SwissporArena è dotata di un impianto fotovoltaico sul tetto che produce quasi 1 milione di kilowattora di elettricità, ossia il consumo annuale di circa 200 famiglie o 900 persone. Tutta l’elettricità prodotta dall’impianto è immessa nella rete pubblica, consentendo un risparmio annuale di emissione nocive di CO2 di quasi 500 tonnellate.
Lo stadio Benito Stirpe di Frosinone
Sebbene il progetto per la sua costruzione fu ideato nella seconda metà degli anni ’70 e la sua costruzione fu avviata circa 10 anni dopo, la costruzione dello stadio è rimasta ferma fino al 2015, quando la famiglia Stirpe (proprietaria del Frosinone Calcio) decise di terminarne i lavori, riadattando il progetto primigenio alle nuove esigenze richieste dalla UEFA. Ne è venuto fuori un proverbiale gioiellino: infatti, il Benito Stirpe nel 2017 è stato uno degli impianti candidati al premio di Stadium of the Year assieme al Mercedes-Benz Stadium di Atlanta, il Luzhniki di Mosca e il Wanda Metropolitano di Madrid.
Lo stadio ha 16.227 posti, tutti a sedere e tutti al coperto e rappresenta una piacevole anomalia per il sistema-calcio italiano, essendo soltanto il terzo stadio di proprietà di una società dopo lo Juventus Stadium della Juventus ed il Friuli per l’Udinese.
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